Personaggi Illustri - Comune di Modigliana (FC)

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Personaggi illustri

I nostri personaggi illustri, cui sono intitolati importanti edifici, con la loro storia, la loro leggenda: Don Giovanni Verità, Silvesto Lega, Domenica Tassinari, Alfeo Gigli.

Don Giovanni Verità

Don Giovanni Verità - Patriota (1807 - 1885)

Il discusso prete modiglianese fu insieme ottimo sacerdote e temerario patriota che, con intensa partecipazione, visse l'attività pastorale ed il Risorgimento.

Nato il 18 febbraio 1807, Don Giovanni Verità venne consacrato sacerdote nel 1829. Un anno dopo si iscrisse alla "Giovine Italia"e quando, scoppiarono i moti in Romagna, si schierò apertamente con i carbonari, partecipando nel 1843 a Modigliana e, nel 1845, alle Balze, alle rivolte popolari.

Accusato di sovversione e cospirazione contro lo Stato fu arrestato e detenuto a Firenze, dove tornerà nel 1859 come deputato all'Assemblea Nazionale. Fu capo della "Trafila", organizzazione segreta che aveva il compito di aiutare i perseguitati politici per farli fuggire dallo Stato Pontificio.

"Don Zvàn" aiutò numerosi cospiratori anche ospitandoli nella sua casa, dal 1932  museo risorgimentale a lui intitolato, perchè Modigliana era punto di riferimento preciso per i patrioti braccati dalle guardie, in quanto località di confine tra lo Stato Pontificio ed il Granducato di Toscana.

In località Miano, Don Giovanni Verità rilevò Giuseppe Garibaldi ed il suo luogotenente Capitan Leggero, in fuga verso il Granducato di Toscana, braccati dalle milizie austriache, dopo la morte di Anita a Mandriole. Dopo averlo in segreto ospitato nella propria casa, Don Giovanni Verità accompagnò per un tratto Garibaldi, l'eroe dei due mondi, a Livorno per imbarcarsi alla volta di Genova.

Questo "anomalo" sacerdote fu molto amato dai suoi concittadini che gli attribuivano doti mirabili di umiltà, amore per il prossimo, coraggio e totale dedizione alla missione religiosa. Morì il 26 novembre 1885. Don Giovanni Verità aveva ricevuto i sacramenti ma la Chiesa gli negò i funerali religiosi, perchè era stato reso noto il suo testamento spirituale che recitava "sono vissuto nella vera religione di Cristo, non in quella deturpata dal mondo e dai suoi ministri".

La figura di Don Giovanni Verità rimane nella storia di Modigliana e d'Italia, come quella di un valente parroco e di un convinto "antitemporalista".

Silvestro Lega

Silvestro Lega - Pittore (1826 - 1895)

Nel 1826 nasceva a Modigliana Silvestro Lega, uno dei più grandi pittori dell'800 italiano ed europeo.

Figlio di Antonio e di Giacoma Mancini, sposata in seconde nozze, crebbe in una numerosa famiglia, che vantava un passato prestigioso, ma ormai logorato dai dissesti finanziari. L'ambiente in cui si svolge la sua infanzia e la sua adolescenza è quello di una comunità paesana, ma straordinariamente vivace sul piano economico e culturale ed animato da una borghesia progressista che ha ormai aderito alle idee mazziniane. Crescere in una terra di confine fra lo Stato Pontificio ed il Granducato di Toscana, via ideale di fuga per chi voleva raggiungere i porti del Tirreno, nella Modigliana di Francesco e Don Giovanni Verità che ospiteranno nella loro casa i nomi più illustri della cultura italiana (legati al gabinetto del Vieusseux), ideologi progressisti e cospiratori braccati dalle guardie pontificie, vivere con due fratelli sacerdoti che parteggiavano apertamente per un'Italia libera ed unita, non poteva non incidere profondamente sulla personalità del giovane Silvestro.

Quindi, quando a 17 anni, dopo aver interrotto gli studi umanistici presso le Scuole Pie dei P.P.Scolopi, Lega lascia Modigliana per seguire la sua vocazione artistica, porta con sè un bagaglio umano, culturale ed ideologico a cui sinceramente si legano scelte esistenziali ed artistiche.

Nel capoluogo toscano si iscrive all'Accademia di Belle Arti, ma ben presto la abbandona perchè si sente assai più attratto dalla bottega che aveva aperto il purista Luigi Mussini, a cui lo univa il rigore morale e le idee patriottiche.

Allo scoppio della Ia guerra d'Indipendenza, maestro ed allievi, fra i quali Silvestro Lega, si arruolarono nel battaglione dei volontari pisani che combattè eroicamente a Curtatone e Montanara. Dopo la conclusione deludente di questa guerra Mussini abbandona l'Italia ed il nostro pittore decide di continuare il suo apprendistato presso Antonio Ciseri che lo avviò ad una più meditata ricerca plastica e lo educò al gusto della composizione armonica ed equilibrata.

Questo lungo tirocinio fu premiato nel 1852 con la conquista della medaglia d'oro al concorso triennale indetto dall'Accademia di Belle Arti, e dalla ammirazione dei suoi concittadini: la prestigiosa Accademia degli Incamminati lo accolse fra i suoi soci e la Giunta Comunale deliberò l'assegnazione di una specie di borsa di studio.

Modigliana vedeva ormai questo suo figlio incamminato nella strada del successo, destinato a diventare un grande pittore del genere storico, inserito in quella tradizione alla quale la critica ufficiale si mostrava ancora ossequiosa. (Tant'è che la Pia Opera della Madonna del Cantone pochi anni dopo gli commissionava le quattro lunette che dovevano rappresentare i 4 flagelli dai quali i Modiglianesi, grazie all'intervento della Vergine, erano stati preservati).

Ma non fu così: dopo una prima crisi, che lo riportò a Modigliana, dove produsse una serie di ritratti, il Lega aderì al gruppo dei Macchiaioli costituitosi fin dal 1855 al Caffè Michelangelo. Fu una scelta di arte e di vita che determinò l'inizio di una esistenza, segnata dalla solitudine e dalle ristrettezze economiche, e di un percorso artistico che concesse poche soddisfazioni e la fama solo dopo la morte.

La sua nuova produzione inizia con la splendida stagione di Piagentina, quando Lega, appagato dal rapporto sentimentale con Virginia Batelli e dal sodalizio con gli amici macchiaioli, dà vita ad opere fra le quali la splendida trilogia di: "Il canto dello stornello", "Il pergolato" e "La visita", dove la vita quotidiana, quasi bloccata all'interno di raffinate geometrie, viene elevata a pura poesia.

Nel 1870 la morte per tisi della compagna e la disgregazione del gruppo degli amici segna la fine drammatica di questo periodo felice e riporta Lega nella terra natale, vista come luogo di rifugio e di conforto, perchè qui ci sono i ricordi felici e gli amici a cui lo lega l'affetto e la fede politica, primo fra tutti Don Giovanni Verità.

Ed è proprio a Modigliana che il pittore sperimenta il passaggio ad una raffigurazione più naturalistica, la quale ispirata anche da modelli introdotti in Europa da Tissot, Manet e Stevens, lo porterà ad un impressionismo del tutto personale che trova piena realizzazione a Bellariva, dove è ospite della famiglia Tommasi.

Nel 1886, in occasione di un'importante mostra, che si teneva a Livorno, il pittore ebbe modo di conoscere la signora Clementina Fiorini, vedova Bandini, padrona della grande tenuta di Poggio Piano al Gabbro. Ed al Gabbro, da questo momento, grazie all'affettuosa amicizia che lo lega alla famiglia di Clementina (composta prevalentemente da donne) il nostro pittore trascorrerà tutti i periodi estivi. Questa località con la varietà dei suoi aspri paesaggi, con le sue donne forti, fiere e vitali offre nuovi stimoli alla ricerca di un artista ormai anziano, malato, deluso ed umiliato, ma ancora fortemente recettivo e pronto a rimettersi in gioco.

Così la pittura, dai tratti nervosi e convulsi, punta ad un verismo espressivo che, mentre cerca una maggiore definizione delle forme, ne sfuma i contorni e privilegia la resa delle psicologie all'interpretazione delle situazioni.

Nell'agosto del '95 si trovava al Gabbro quando l'aggravarsi delle sue condizioni fisiche lo indussero a rientrare a Firenze ed a ricoverarsi all'Ospedale "San Giovanni di Dio". Fu dimesso, ma per poco perchè il 21 settembre vi moriva amorevolmente assistito dal fratello Ettore e da Angiolo Tommasi. La sua salma ora riposa nel famedio del Cimitero Comunale di Modigliana accanto all'amico Don Giovanni Verità.

Domenica Tassinari

Domenica Tassinari - Soprano (1903 - 1995)

In arte Pia, nacque a Modigliana il 15/09/1903 nello stesso edificio che ha dato i natali anche a Silvestro Lega; figlio di quell'Antonio che aveva sposato una Nediani della nota famiglia benestante di Modigliana. (Ancora oggi, sulla porta è scolpito lo stemma diviso in due parti: a sinistra quello dei Lega e a destra quello dei Nediani).

L'artista cominciò a prendere lezioni di canto, ancora bambina, dalla professoressa Berardi in collegio all'istituto Righi di Faenza.

Esordì nella "Boheme" di Puccini il 13/12/27 a Casale Monferrato.

I suoi periodi d'oro vanno dal '32 al '37 quando cantò principalmente alla Scala e dal 1933 al 1944 e dal '52 al '60, quando ad intervalli più o meno lunghi si esibiva al teatro dell'Opera di Roma nel "Werther, Boheme, Manon, Iris, Falstaff e tanti altri" e non per ultimo nel celeberrimo Metropolitan di New York nella Tosca e nella Boheme.

La sua ultima apparizione fu nel '62 a Philadelfia nella "Carmen".

Morì a Faenza il 15/05/1995.

Alfeo Gigli - Musicista (1907 - 1994)

Alfeo Gigli, nato a Modigliana nel 1907, fin dalla prima infanzia fu attratto dalla musica. Iniziati gli studi a Faenza, sotto la guida di Lamberto Caffarelli, singolare e geniale figura di musicista-filosofo, si trasferì poi a Bologna, dove si perfezionò al Liceo Musicale sotto la guida del Maestro Masi.

In quegli anni fu tra i primi ad introdurre con la sua tromba il Jazz hot a Bologna. Dopo alcuni anni dovette abbandonare per motivi di salute lo strumento a fiato, diplomandosi successivamente in contrabbasso sotto la guida del Maestro Marchetti.

Vincitore di concorso, entrò a far parte dell'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, che alternò con l'Orchestra del Teatro Massimo di Palermo e l'Accademia Chigiana; nel 1951 fu primo contrabbasso nell'Orchestra della Radio svizzera, che lasciò per l'Orchestra del Teatro Comunale di Bologna.

Già prima dei 25 anni aveva iniziato la sua attività di compositore, con numerosi brani cameristici e il poema sinfonico "Prometeo".

Dopo la morte nel 1953 dell'unico figlio Loris, compose una grande "Messa da Requiem". In seguito sperimentò i più svariati linguaggi musicali, giungendo alle soglie dell'atonalità e della dodecafonia, con il poema sinfonico "Il cavaliere e la morte", il "Concerto per violino e pianoforte", "Policromia della natura", "Il volto di Selene", "Gloria Deo", "Preghiera, Invocazione".

In campo strumentale creò molte composizioni per archi, pianoforte e complessi a fiato. Con l'"Op.26, Suite grottesca (Trittico di maschere)", eseguita dalla prime parti del Teatro Comunale di Bologna, ottenne un grande successo di pubblico e di critica in varie sale concertistiche italiane.

Diverse sue composizioni vennero eseguite all'estero, sotto la guida di celebri direttori, a Parigi, Atene, Varsavia, Vienna, Londra e Budapest.
Appassionato bibliofilo ed esperto conoscitore di antichi testi, fondò a Bologna con la moglie e diresse per oltre trent'anni, la Libreria Antiquaria Docet, iniziando la pubblicazione di cataloghi periodici di antiquariato per l'Italia e per l'estero.

Le sue opere sono pubblicate da Agenda.
La Città di Modigliana ha dedicato al maestro la Scuola di musica diretta da Chiara Farolfi.

 
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